Politica
Brexit: Anche l’Irlanda del Nord vuole uscire dall’UK
La spinta nazionalistica apportata dalla Brexit sembra aver prodotto l’effetto opposto. Quel forte senso di orgoglio nazionale che ha condotto la Gran Bretagna ad uscire dalla Comunità Europea adesso produce i suoi effetti interni negativi. Le storiche rivalità nazionali interne al Regno Unito crescono rinfocolando quelle richieste indipendentistiche da parte di tutte quelle comunità nazionali che per secoli si sono sentite costrette alla condivisione forzata di un unico apparato statale simbolo, per tali comunità, dell’egemonia inglese.
Poche ore dopo le dichiarazioni del primo ministro scozzese Sturgeon, infatti, che aveva affermato la necessità di un nuovo referendum indipendentista, anche il partito nazionalista più rappresentativo dell’Irlanda del Nord, lo Sinn Fein, richiede un referendum simile. “La Brexit sarà un disastro per l’economia, e un disastro per il popolo d’Irlanda. Per questo un referendum per l’unità irlandese deve avvenire il più presto possibile”, aveva dichiarato a Belfast durante la giornata di ieri il leader del Sinn Fein in Irlanda del Nord Michelle O’Neill. Le dichiarazioni di O’Neill, consequenziali al fatto che il primo ministro britannico Theresa May si accinge a lanciare il processo della Brexit, sono motivate, a suo dire, dall’esigenza di tutelare l’economia dell’Irlanda del Nord in quanto si produrrebbero importanti implicazioni negative che manderebbero in tilt quegli stretti legami commerciali che dal territorio nordirlandese si dirigono verso la Repubblica d’Irlanda che è un membro dell’Unione Europea.
Similmente a quanto avvenuto in Scozia durante il referendum sulla Brexit, il 56% degli elettori dell’Irlanda del Nord espresse il proprio consenso in difformità a quanto accadeva in Inghilterra e Galles chiedendo di rimanere nell’Unione Europea nel giugno dello scorso anno. La criticità maggiore di una proposta di referendum derivante dall’Irlanda del Nord sta nel fatto che solo nel 1998 si era chiusa con enormi difficoltà quella fase di guerra civile che ha segnato profondamente, con la propria violenza, la storia della Gran Bretagna degli ultimi 30 anni. A prescindere dal fatto che per il Segretario di Stato di Irlanda del Nord, James Brokenshire, non dovrebbero palesarsi le condizioni per una chiamata alle urne su di un nuovo referendum a favore dell’unione dei territori nordirlandesi con la Repubblica d’Irlanda, il liberarsi delle energie indipendentistiche trattenute nel recente passato dall’esigenza di rapporti economici stabili con l’Unione Europea rappresenta comunque un grosso grattacapo per Londra soprattutto in fase contrattuale con Bruxelles.