Baustelle nuovo album L’amore e la violenza, la Recensione
A tre anni e mezzo di distanza da Fantasma, tornano i Baustelle con un nuovo album da loro definito “oscenamente pop”: la recensione di L’amore e la violenza.
Un disco “oscenamente pop” è la definizione di Francesco Bianconi per questo nuovo lavoro dei Baustelle, che tornano dopo quasi quattro anni dopo Fantasma, album riuscito ma forse un po’ troppo carico di uno sperimentalismo fine a se stesso. Una definizione che riesce a descrivere al meglio queste 12 tracce variegate e abbastanza immediate anche al primo ascolto. Un’immediatezza quasi sbarazzina che fa da antitesi al precedente Fantasma o a I mistici dell’Occidente, dove prevalevano le liriche ricercate e una ricercatezza formale spinta quasi all’estremo.
In L’amore e la violenza, dunque, sembrano coesistere due diverse anime: il songwriting tipico della band toscana, con i testi sempre taglienti e poetici e gli arraggiamenti poderosi e spiazzanti ai quali ci hanno abituato, ma allo stesso tempo una sorta di ritorno al passato, che ci permette di accostare questo nuovo album a La malavita o al capolavoro Amen, piuttosto che inscriverlo all’interno di un percorso continuativo rispetto agli ultimi due lavori. Un cambio di direzione, un ritorno alle origini, che si riverbera nelle 10 tracce (più 2 brevi intermezzi, Love e Continental Stomp) e ci fanno tornare al sound baustelliano della metà dello scorso decennio.
La svolta sperimentale aveva sorpreso più di qualche fan della vecchia ora, che con questo album non può che ritrovare i Baustelle che aveva imparato a conoscere. Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini sembrano così ammiccare a se stessi e tirano fuori un disco più sbarazzino ma allo stesso tempo molto curato dal punto di vista dei testi (alcune frasi sono vere e proprie perle che entreranno presto nell’immaginario degli amanti del genere) e degli arrangiamenti. Il salto all’indietro, il recupero del passato, non è solamente “interno” al gruppo, ma sono innegabili altre influenze. Il vangelo di Giovanni, seconda traccia (ma in realtà è la prima), ha forti riferimenti a Battiato, soprattutto nel ritornello, così come la spiazzante Eurofestival, testo molto interessante con uno splendido assolo finale di Brasini.
Amanda Lear è il primo singolo estratto, quindi la canzone scelta dai Baustelle per rappresentare in anticipo l’intero lavoro, synth-pop costruito in crescendo con una forte contrapposizione tre le voci di Bianconi e Bastreghi: un gran bel pezzo. C’è Betty, ballata molto ben riuscita (“Betty sa ballare con l’amore e la violenza”) che si lascia preferire a La Vita, abbastanza simile nella sua struttura; c’è La musica sinfonica, traccia molto elettronica e movimentata a dispetto del titolo, che si ascolta con piacere, anche per la voce sempre sensuale e malinconica di Rachele.
Lepidoptera e Ragazzina sono il classico e puntuale tributo di Bianconi agli chansonnier francesi e potrebbero essere tranquillamente tracce tratte da La moda del lento o Sussidiario illustrato della giovinezza, indimenticabile album d’esordio. Abbiamo lasciato per ultimi i due pezzi a nostro avviso più riusciti dell’intero album, Basso e batteria, tappeto elettronico e testo spettacolare (“eri tu il cadavere portato dalle onde, una voce sull’Iphone che parla a caso e non risponde”), che ricorda vagamente il capolavoro Baudelaire, e L’era dell’acquario, pezzo retrò che riporta al sound degli anni ’70 e per noi entra nell’Olimpo delle migliori canzoni della band di Montepulciano.
Nel complesso, L’amore e la violenza è un album molto interessante per il suo essere quasi una somma di ciò che i Baustelle hanno prodotto finora: ogni traccia sembra poter appartenere a uno dei precedenti lavori, tra sperimentalismo e pezzi “oscenamente pop” che mostrano alla musica italiana contemporanea qual è la strada da seguire.
Voto ★★★★☆
Tracklist
- Love
- Il Vangelo di Giovanni
- Amanda Lear
- Betty
- Eurofestival
- Basso e batteria
- La musica sinfonica
- Lepidoptera
- La vita
- Continental Stomp
- L’era dell’acquario
- Ragazzina