L’aumento della temperatura del mare di 4 gradi distrugge la Grande Barriera Corallina australiana. Nel 2016 infatti ha subito lo sbiancamento dei coralli per oltre il 90% e la morte del 20% di essi. La grande barriera corallina australiana è stata devastata dallo sbiancamento dei coralli per il secondo anno consecutivo, i coralli non hanno quindi avuto gli anni necessari al recupero.
Questo è quanto certificato dai ricercatori del Marine Park Authority della Grande Barriera Corallina e dell’Australian Institute of Marine Science dopo sei ore di ricognizione aerea tra Townsville e Cairns, in Australia. L’indagine ha rivelato che lo sbiancamento si sta verificando anche nella parte centrale del parco, che era sfuggita al grave sbiancamento dello scorso anno.
Il grave danno ambientale
Il danno che ne deriva è ambientale ma colpisce anche l’economia del settore turistico del parco. La vivacità dei colori della Grande Barriera Corallina, che attrae le visite dei turisti, deriva dalle alghe che vivono tra i coralli. Quando le temperature dell’acqua aumentano superando la soglia di sopportazione fisiologica,il corallo espelle le alghe rimanendo di un colore biancastro. Solo alcune delle aree sottoposte all’aumento di temperatura riprendono il proprio colore iniziale , per altre parti della barriera corallina invece ciò non accade portando alla mortalità della parte del corallo colpita dall’aumento della temperatura.
I motivi
Normalmente il fenomeno è legato a El Nino, ma il susseguirsi delle temperature alte, probabilmente indica che la temperatura del mare non riesce ad abbassarsi sufficientemente per permettere il ristabilirsi del ciclo naturale ed un adeguato recupero.Neal Cantin dalla Australian Institute of Marine Science, ha infatti dichiarato tramite comunicato: “Stiamo assistendo ad una diminuzione della tolleranza allo stress di questi coralli”.
Alla sua dichiarazione si aggiunge quella del Direttore dell’AMP Reef Recovery David Wachenfeld secondo cui:“gli sviluppi dell’evento dipendono molto dalle condizioni meteorologiche locali nel corso delle prossime settimane,”, ma, aggiunge,“molte specie di coralli sembrano rischiare più di altre il fenomeno dello sbiancamento se sottoposte a più di un anno di temperature oceaniche superiori alla media. Come abbiamo visto lo scorso anno lo sbiancamento e la mortalità dimostravano grande variabilità in tutto il parco marino il quale è grande 344 mila chilometri quadrati, una superficie più grande dell’Italia”.
Secondo i ricercatori l’aumento del calore delle acque oceaniche, stimolato dai cambiamenti climatici, ha portato ad un aumento dello sbiancamento del corallo non solo in Australia ma in tutto il mondo. Secondo un rapporto dell’IUCN, inoltre, in base ai modelli di previsione più recenti, entro il 2050 il riscaldamento degli oceani avrà causato lo sbiancamento di quasi tutte le barriere coralline del pianeta.