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Attrakt.com vince contro Google: risarcimento milionario

Attrakt.com, Google condannata per i mancati introiti pubblicitari

Google condannata dal Tribunale di Milano per abuso di dipendenza economica, concorrenza sleale, e abuso del diritto per inadempimento contrattuale. La corte, nelle persone della dott.ssa Marina Anna Tavassi, dott.ssa Silvia Giani e dott.ssa Alima Zana, ha fissato in 500 mila euro il risarcimento che Google deve all’italianissima Attrakt ormai collassata proprio a causa dei mancati pagamenti di Big G per gli introiti da inserzioni pubblicitarie. “Senza spiegazioni, senza concedere un congruo termine per ricercare nuovi partner commerciali sul mercato e, addirittura, ciò va sottolineato, trattenendo illecitamente una rilevante somma. Di fatto impedendo ad Attrakt di continuare ad operare.” Ecco quanto recita la sentenza che risale, pronunciata nel mese di giugno, ma resa pubblica solo da poco.

“La startup Attrakt è nata nel 2011 a Firenze. Avevamo inventato un motore che permetteva alle persone di creare dei propri pacchetti di siti, ad esempio quelli che si occupano di un certo hobby o di un tema, e di compiere ricerche solo in quei siti. I pacchetti potevano anche esser pubblici, come una sorta di playlist, e consultabili da altri. Collaboravamo con Google fin dall’inizio: gestivamo la nostra pubblicità con AdSense, la piattaforma dedicata alle inserzioni, compravamo a nostra volta visibilità su Google con AdWords investendo buona parte dei nostri guadagni.” Ecco le dichiarazioni di Luca Ciavarella, uno degli otto fondatori. “L’azienda era cresciuta molto. Partita con 15 mila utenti, nel 2013 ne aveva un milione e 700 mila al giorno e guadagnava oltre 300 mila euro al mese. Finalmente stavamo ingranando.”

La startup fiorentina, che guadagnava grazie agli introiti pubblicitari di AdSense e investiva in AdWords, dal 2011 al 2012 era passata da 76 mila a 317 mila dollari di investimenti. “Lo  schema è classico. Ma il problema non è tanto la doppia faccia fra AdSense e AdWords. Il problema è che ad un certo punto arriva una mail da Google che segnala un link ad un sito per adulti, un sito indonesiano che vendeva bambole gonfiabili. Era un risultato di una ricerca, noi eravamo un motore, ma ci contestavano comunque quel risultato” – Queste le parole di Luca Ciavarella, che aggiunge – “Abbiamo rimosso il link subito e la cosa sembrava esser finita lì. Alle dieci di sera di quello stesso giorno il nostro accesso ad AdSense, fondamentale per la gestione dell’azienda, è stato bloccato e Google praticamente non ha più comunicato con noi. Hanno solo detto che avevano rilevato attività illecite. Smettono di versare gli importi dovuti relativi alla pubblicità.” 

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Nel 13 gennaio del 2013 il crollo. Attrakt nei primi giorni del 2013 si ritrova praticamente senza un soldo in cassa e senza la principale concessionaria pubblicitaria. “Se ci avessero detto per tempo che non volevano più lavorare con noi e avessero pagato quanto dovuto, potevamo trovare un’alternativa. A fine mese non eravamo in grado di pagare nemmeno i server.”

Google intanto ha deciso di appellarsi alla condanna di primo grado espressa dal Tribunale di Milano. Insomma perché la storia si concluda toccherà attendere ancora molto tempo: intanto però Attrakt mette a segno un punto decisivo nella battaglia legale contro Google.

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Valentina Labattaglia

Laureanda in Letterature Moderne Comparate per il Corso di Laurea in Filologia Moderna, ho diversi anni di esperienza presso testate giornalistiche online, blog culturali e magazine. Mi occupo di serie tv, cinema, letteratura e credo che la cultura l'unica strada che ci può rendere migliori. Ho scelto la scrittura come forma d'arte per cambiare il mondo
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