Attentato in Somalia: due camion-bomba esplodono per le strade di Mogadiscio
È destinato ad aumentare il numero delle vittime del tragico attentato avvenuto sabato a Mogadiscio. Fino ad ora, si contano 237 morti e 300 feriti, di cui alcuni in gravissime condizioni, ma sono ancora molte le persone rimaste intrappolate sotto le macerie che fanno presagire ad un drastico aumento del bilancio delle vittime.
La “strage più grave”.
Quella di sabato è da considerarsi la “strage più grave” che sia mai avvenuta in Somalia. La capitale somala deve, ifatti, fare i conti con il drastico bilancio causato dalle esplosioni di due camion-bomba che al momento consta di quasi 600 vittime, tra morti e feriti, ma che si supponga possano aumentare scavando tra le macerie.
Il primo camion-bomba è esploso davanti al Safari Hotel a pochi passi dal ministero degli Esteri, ritenuto forse il principale obiettivo degli attentatori, lungo il quartiere commerciale della capitale, con diversi ristoranti, negozi e alberghi, causando, quindi, la maggior parte delle vittime. D’altra parte, l’automezzo esploso era stato ritenuto “sospetto” e per questo motivo era stato pedinato dalle forze dell’ordine. Nell’esplosione, anche, l’ambasciata del Qatar ha riportato diversi danni. La seconda esplosione è avvenuta, invece, qualche minuto dopo in un’altra strada causando diverse vittime, vetri in frantumi di numerosi edifici e il rovesciamento e l’incendio di diversi automezzi a causa dell’onda d’urto. Come riportato dalle tv di tutto il mondo, si assiste alle drammatiche immagini di numerose ambulanze sui posti degli attentati, medici che assistono feriti e numerose persone che intentano a scavare tra le macerie alla ricerca dei propri famigliari. I soccorritori hanno dichiarato che “le vittime hanno riportato ustioni talmente gravi da essere irriconoscibili e ci vorranno diversi giorni per poterle identificare”. I 300 feriti stimati sono stati ricoverati in tutti e sei gli ospedali della città, purtroppo alcuni di loro hanno dovuto subire l’amputazione delle mani o delle gambe. Il centro Aamin Ambulance che assiste i feriti ha twittato: “In 10 anni di esperienza nel nostro lavoro è la prima volta che assistiamo a una cosa del genere”.
Photos from the scene. In our 10 year experience as the first responder in #Mogadishu, we haven't seen anything like this. pic.twitter.com/cNxeDD86u6
— Aamin Ambulance (@AaminAmbulance) October 15, 2017
Lutto e dichiarazioni.
Nonostante non ci sia ancora la rivendicazione sugli attentati, ed il governo punti il dito contro i jihadisti di al-Shabaab, il presidente somalo, Mohamed Abdullahi Mohamed, ha proclamato tre giorni di lutto. Questa strage avviene a tre giorni di distanza dall’incontro, a Mogadiscio, tra esponenti del Comando americano in Africa e il presidente somalo. Inoltre, sempre tre giorni fa si erano dimessi dal governo somalo il ministro della Difesa, Abdirashid Abdullahi Mohamed, e il capo delle forze armate, generale Mohamed Ahmed Jimale.
Il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, ha prima dichiarato di essere “sconvolto dall’attacco orribile contro gente innocente” e in seguito ha espresso “vicinanza e condoglianze al popolo ed al governo della Somalia” tramite un tweet. Michael Keating, inviato speciale dell’Onu, ha definito la strage “un attacco orrendo” con un numero di morti senza precedenti, dichiarando anche: “Sono scioccato e inorridito dal numero di vite umane perdute nelle esplosioni e dal livello di distruzione che hanno causato”. D’altra parte, l’Onu e l’Unione Africana stanno fornendo “assistenza logistica, medica e attrezzature” al governo di Mogadiscio, mentre le autorità locali hanno lanciato un appello alla popolazione per la donazione di sangue.