Attentato Barcellona, la Spagna ad alto rischio attacco terroristico dal 2015
La Spagna si trovava a livello 4 su 5 di allerta terrorismo già da prima dell’attentato a Barcellona: alla fine di giugno 2015, infatti, un rapporto di valutazione della minaccia terroristica consigliò aumentare il livello di allerta dopo gli attentati di Francia, Tunisia, Kuwait e Somalia. Si tratta di un livello di rischio alto, il più elevato degli ultimi 12 anni, anche se non il più alto in assoluto. Il livello 5, infatti, si prende in considerazione solo quando il rischio di un attentato è altissimo se non imminente.
Attentato Barcellona, cosa prevede il livello di allerta 4
La classificazione del piano di prevenzione e protezione antiterroristica prevede 5 livelli di attivazione, associati ad una determinata stima di rischio. Dal basso rischio del livello 1, al rischio moderato del livello 2, per passare al rischio medio (livello 3) e rischio alto (livello 4). Il punto più alto, il livello 5, è il rischio altissimo o imminente di un attentato.
L’entrata in funzione del livello 4 nel 2015 comportò un aumento della vigilanza di aeroporti, stazioni ferroviarie principali, centrali nucleari ed elettriche, e di tutte quelle infrastrutture considerate “critiche”. Un’altra manovra fondamentale fu l’attivazione di cellule antiterroristiche e di forze di polizia specificamente dedicate alla prevenzione, investigazione e informazione della lotta antiterroristica. Insomma, una serie di misure che si integrarono con una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, senza però ricorrere all’esercito.
L’allora ministro dell’Interno, Jorge Fernández Díaz, spiegò quali fossero le tre ragioni che avevano spinto il Governo ad elevare il livello di allerta fino a 4. Per primo i fascicoli riservati dei servizi segreti, ma anche la vicinanza alla Spagna dei paesi attaccati (Francia e Tunisia in primis) ed il primo anniversario della nascita del sedicente Stato Islamico, l’ISIS. Da allora, il livello di allerta antiterrorismo si è mantenuto stabile.
Risale al 9 marzo del 2005 l’introduzione dei livelli di allerta antiterrorismo, dopo l’attentato jihadista alla stazione di Atocha, a Madrid, che l’11 marzo del 2004 causò la morte di 192 persone e provocò 2.057 feriti. Nel 2009 la Segreteria di Stato per la Sicurezza modificò il piano, introducendo 4 livelli con due intensità. Il sistema a 5 livelli, quello attuale, è entrato in vigore a maggio del 2015 con l’intento di rafforzare la sicurezza degli obiettivi più a rischio e rafforzare la capacità di analisi e neutralizzazioni delle potenziali minacce.