Attacco in Siria, obiettivo armi chimiche
Stanotte sono stati lanciati più di cento missili verso la Siria. Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna sono stati i mandanti di questa operazione contro il governo di Bashar Al Assad, perché ritenuto probabilmente colpevole di un attacco chimico ai danni della popolazione locale. L’attacco è stato diretto verso alcuni obiettivi specifici, un centro di ricerca a Damasco, un deposito e un centro di stoccaggio a Homs, tutti centri relativi alla produzione di armi chimiche per il regime siriano.
Il Ministro della difesa francese Parly è intervenuta sottolineando come l’obiettivo dell’attacco non fosse la ricerca di un confronto, ma rappresenta un monito a smettere di utilizzare le armi chimiche. Nel 2013 al Consiglio di Sicurezza dell’Onu era stato stabilito che la Siria se non voleva incorrere alle misure previste dalla Carta delle Nazioni Unite, cioè l’uso della forza in caso di minacce alla pace, doveva abbandonare l’uso di armi chimiche.
Lo stesso ragionamento è stato fatto da Theresa May che ha messo in evidenza come questo messaggio sia stato diretto anche alla Russia, oltretutto avvisata preventivamente di quanto stava per accadere. Dati i fatti recenti dell’avvelenamento dell’ex spia russa a Salisbury è evidente che ci sia in corso una vera e propria strategia basata sull’uso di armi chimiche, quindi per Theresa May non si tratta di voler usare la forza a tutti i costi o di voler sostituire un governo dando spazio a guerre civili, ma dichiara apertamente che l’azione portata a termine durante la notte era l’unica strada percorribile.
La risposta di Mosca non si è fatta attendere. Putin ha condannato fortemente l’operazione, precisando che le tre potenze hanno agito senza l’approvazione dell’ONU. Invita l’Onu ad intervenire e scredita la potenza dell’attacco. Si mostra fiducioso perché la maggior parte dei missili sarebbero stati intercettati dai sistemi di Damasco e precisa che le armi usate erano di scarso valore tecnologico. Sono stati fabbricati in Russia trent’anni fa, dice Putin riferendosi ai missili.
Le reazioni
Il Segretario Generale dell’ONU invita alla moderazione e alla responsabilità. Israele definisce l’attacco giustificato, mentre la guida suprema iraniana definisce Trump, Macron e May “criminali”.
L’intervento del Presidente Paolo Gentiloni, a palazzo Chigi, appare invece più moderato. Il Presidente invita a non considerare questa operazione come un invito all’escalation, sottolineando che si dovrebbe puntare a dare un futuro di tregua ai siriani.
Il centrodestra si mostra da una parte, con Salvini e Meloni, contrario all’intervento, perché non supportato dall’ONU. Da un’altra invece il Presidente del Parlamento Europeo Tajani invita ad un impegno maggiore dell’Europa nel prevenire l’aggravarsi di crisi umanitarie, condannando comunque l’utilizzo delle armi chimiche.
Infine il centrosinistra con Martina chiede di restituire la parola al negoziato.