Assunta Madre sotto Sequestro: Sigilli per Riciclaggio al ristorante di Roma
Apposti i sigilli all'”Assunta Madre” per riciclaggio. Sono le prime informazioni riguardanti il centrale ristorante di pesce romano in Via Giulia che è stato posto sotto sequestro durante il 9 maggio 2017. Frequentatissimo da calciatori, politici e magistrati, come figurano le molteplici foto esposte dall’ingresso, il ristorante “Assunta Madre” è stato messo sotto sequestro dalla Squadra Mobile di Roma e dai finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria. L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Roma, richiesto dalla locale DDA, è stata inoltrata a sei persone.
Riciclaggio Assunta Madre: 6 arresti
In manette il 53enne Gianni Micalusi, detto “Johnny”, imprenditore che accoglieva gli ospiti all’entrata del ristorante. Finito in carcere anche il direttore di banca Adriano Nicolini, 37 anni; ai domiciliari i figli di Micalusi, Francesco e Lorenzo, 27 e 25 anni, che figuravano come proprietari del locale romano. Tra i nomi anche quello dell’imprenditore Vito Francesco Genovese di 69 anni, e Luciano Bozzi, 50 anni, commercialista. I capi d’accusa sono intestazione fittizia di beni, riciclaggio ed autoriciclaggio di denaro di provenienza illecita. Tuttavia, il ristorante non è stato l’unico bene posto sotto sequestro: sono stati confiscati anche i conti correnti bancari intestati ai figli e di Genovese. Oltre agli immobili, sono stati espropriati anche le società “Metro Fish s.r.l”, “Centro Ittico Laziale s.r.l.” e “Papa Giulio s.r.l.”. Le prime società trattano di commercio all’ingrosso di prodotti ittici; la seconda società riguarda la conduzione ed esercizi pubblici e ristorazione.
Riciclaggio Assunta Madre: Gianni Micalusi già pregiudicato
I provvedimenti cautelari, come spiegato dalle forze dell’ordine, sono la sintesi di una lunga ed articolata indagine. La prima parte dell’inchiesta è stata condotta dapprima dalla sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Roma, dopodiché è passata alla sezione del Gruppo Investigativo Antiriciclaggio del nucleo speciale Polizia Valutaria, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma. L’indagine è stata concentrata sull’ascesa finanziaria di Gianni “Johnny” Micalusi. Difatti, il 53enne, già pregiudicato per reati associativi; delitti contro il patrimonio; usura ed estorsione aggravata; coinvolto anche in contesti associativi e destinato a misure di prevenzione per via di alcuni rapporti (mai chiusi) con esponenti di spicco della mafia, era riuscito a creare una particolare rete finanziaria. Sostenuto dai figli di Micalusi, che fornivano il sostegno tecnico alle società, Johnny riusciva a gestire a pieno le aziende ma senza figurare mai come proprietario. Le sue diverse attività commerciali, infatti, non erano mai intestate a suo nome. Micalusi ha deciso d’affidare i propri beni a prestanomi, continuava a creare società, quote sociali di denaro e beni immobili per evitare proprio il sequestro.
Assunta Madre sotto sequestro: immobili e attività commerciali all’estero
In aggiunta, il ruolo del direttore di banca è diventato probatorio. Proprio Nicolini dissimulava le operazioni bancarie nell’interesse di Micalusi attraverso documentazione contabile gestita in maniera impeccabile. Dopodiché, prelevato il contante, lo stesso Nicolini lo consegnava agli uffici di Micalusi accordandosi per modalità operative. Inoltre, tramite intercettazioni telefoniche o ambientali, è emerso come alcune attività illecite sono stati ricreati anche da rapporti con alcuni esponenti della mafia da parte del 53enne. L’attività illecita dell’imprenditore, che ha condotto all’acquisto di diversi immobili, ha portato ad avviare altre sedi di “Assunta Madre” anche a Milano, Londra e Barcellona. Proprio tramite alcune intercettazioni, sembra che il prossimo passo sarebbe stato “fare un’operazione a Montecarlo seria e importante”.