Arrestato Julian Assange: fondatore di WikiLeaks prelevato dalla sede dell’ambasciata a Londra
Julian Assange, fondatore e caporedattore di WikiLeaks, è stato arrestato e tradotto fuori dall’ambasciata dell’Ecuador, che lo ospitava dal 2012, dagli agenti di Scotland Yard. Il fermo ai danni del giornalista è arrivato dopo la revoca all’asilo da parte del governo di Quito ed è stato autorizzato dai Ministri dell’Interno e della Giustizia britannici. Assange durante l’arresto ed il prelievo dall’ambasciata ha gridato:<< il Regno Unito non ha civiltà. Il Regno Unito deve resistere>>, mentre adesso è tenuto in custodia nella sede centrale di Scotland Yard dove attenderà di comparire dinanzi alla giustizia inglese. Il Ministro degli Interni Sajid Javid a tal proposito ha dichiarato:<< Posso confermare che Julian Assange, 7 anni dopo essere entrato nell’ambasciata ecuadoriana è ora sotto custodia della polizia per affrontare debitamente la giustizia del Regno Unito >> dichiarazioni che non fanno chiarezza sui motivi dell’arresto, ma che emergono invece dalle parole di un portavoce del Ministero dell’Interno inglese secondo il quale dietro l’operazione vi è una richiesta di estradizione negli Stati Uniti. Versione però negata da Donald Trump che ha dichiarato:<< Non so nulla di WikiLeaks, non è una cosa che mi interessa e so che è qualcosa che ha a che fare con Julian Assange, non so molto di lui, non è la questione della mia vita>>.
Julian Assange: l’arresto, le cause e le reazioni internazionali
Julian Assange è stato prelevato in mattinata dalla sede dell’ambasciata dell’Ecuador da sette agenti in borghese, i quali lo hanno poi scortato e consegnato a Scotland Yard. Il suo arresto è avvenuto proprio grazie al governo ecuadoriano che ha consentito l’ingresso degli agenti nell’ambasciata per violazione delle convenzioni internazionali, come affermato dal presidente Lenin Moreno. Secondo Scotland Yard sul giornalista pesava un mandato emesso nel 2012 per non essersi presentato in tribunale, mentre la sua permanenza presso l’ambasciata dell’Ecuador si era resa necessaria per evitare l’estradizione in Svezia dove doveva rispondere del reato di stupro, accusa poi caduta. La notizia del prelievo del fondatore di WikiLeaks come prevedibile ha fatto il giro del mondo suscitando reazioni e in sua difesa si è subito posta la Russia, che spera non vengano negati i diritti al giornalista.
Chi è Julian Assange?
Il cofondatore di WikiLeaks nasce in Australia nel 1971 e balza alle cronache grazie alla collaborazione col sito fondato nel 2007. Talento precoce dimostra spiccate doti informatiche sin dall’adolescenza e dopo la maturità entra in gruppo di hacker. Sulla soglia dei trenta anni la polizia federale australiana irrompe nel suo appartamento e gli rettifica ventiquattro reati legati al mondo della pirateria cibernetica. In seguito alla condanna viene rilasciato per buona condotta e per il pagamento di una multa, quindi si dedica alla scrittura di un software open-source e agli studi universitari che non porta a termine.
WikiLeaks, fondazione e diffusione di materiale riservato e relativi problemi giudiziari
Nel 2007 fonda insieme ad altri attivisti e giornalisti WikiLeaks, un’organizzazione internazionale senza scopi di lucro che diffonde grazie al web informazioni riservate e documenti protetti da segreto. L’operazione più famosa è stata la pubblicazione nel 2010 di documenti segreti sulla guerra in Afghanistan da cui sono emerse violenze e maltrattamenti contro la popolazione locale, ripetuta pochi mesi dopo con la pubblicazione di materiale segreto sul conflitto iracheno. Nello stesso anno Wikileaks diffonde un gran numero di documenti riservati del governo americano e del suo corpo diplomatico dando il via alle ripercussioni legali nei confronti di Julian Assange. Infatti nel novembre dello stesso anno dalla Svezia arriva un mandato d’arresto per reati sessuali, il mese successivo il giornalista si consegna di sua volontà a Scotland Yard e dopo un mese viene rilasciato, da Stoccolma arriva allora una richiesta di estradizione dietro al quale sembrerebbero celarsi gli Stati Uniti che intendono processarlo per spionaggio, reato che prevede la pena di morte. Il successivo anno la Corte Suprema di Londra concede l’estradizione, l’anno successivo boccia il ricorso e allora Julian Assange decide di rifugiarsi e chiedere l’asilo politico nell’ambasciata dell’Equador. Richiesta che il governo del socialista Correa accetta garantendogli lo status di rifugiato e dando inizio al lungo periodo di semilibertà presso la sede diplomatica, giunto ormai al termine.