Antonio Ligabue: la mostra del Maschio Angioino di Napoli
“Antonio Ligabue: la mostra”, l’esposizione che racconta la vita solitaria ed artistica di questo grande artista al Maschio Angioino di Napoli dall’11 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018 presso la Cappella Palatina. Oltre 80 opere, 52 oli, 7 sculture fuse in bronzo, 8 disegni, 4 incisioni.
La mostra
Questa mostra monografica racconta l’opera e la vita solitaria e dolorosa dell’artista emiliano definito un espressionista naif, dove per naif si intende istintivo, quasi primordiale, e definito anche un naturalista esule della vita. La mostra è suddivisa in tre periodi cronologici che ne determinano la base interpretativa della vita e delle opere di Ligabue come l’amico Sergio Negri le aveva sistemate. In questa mostra con un biglietto unico sarà possibile visitare anche la collezione del museo civico del Maschio Angioino oltre che questa mostra che consente una eccezionale lettura dell’arte di Ligabue, cronologica e artistica, in modo da capire bene come la sua pittura subisse le influenze della vita stessa dell’artista. L’amore per gli animali, ai quali lui si sentiva vicino, influenzò fortemente tutta la sua arte, egli stesso si sentiva come gli animali della foresta della bassa dove lui viveva da eremita: solo, braccato, incompreso. Ma consapevole che attraverso l’arte lui poteva esprimere ciò che sentiva.
Antonio Ligabue era autodidatta ma era dotato di un talento visionario e furioso che lo portava alla costante ricerca di un qualcosa di sempre più incisivo che faceva si che le sue opere quasi “vivessero” all’interno della tela o che le sue sculture quasi si “animassero” tale era la forza impressa in esse. Antonio Ligabue si riscattava attraverso la pittura da una vita complicata e fatta di abbandoni e manicomio, doppiamente abbandonato anche dalla madre adottiva che lo rifiutò perché lo riteneva di natura violenta. Lui trovava pace ed identità negli animali che ritraeva, fu per questo un avanguardista perché in essi si immedesimava fino a volersi rompere il naso pur di assomigliare ad una aquila, animale che lui adorava. La mostra è a cura di Alessandro Nicosia e Sandro Parmiggiani.