Angelus Papa Francesco oggi 25 febbraio 2018: “disumano quanto accade in Siria”
Ritornato in Vaticano, dopo aver soggiornato qualche giorno ad Ariccia per gli esercizi spirituali, Papa Francesco ha celebrato stamani, il consueto Angelus domenicale. Oggi, seconda domenica di Quaresima, il vangelo invita a contemplare la Trasfigurazione di Gesù, come scrive Marco (9,2-10). Proprio su questo punto, il Santo Padre ha incentrato la sua breve catechesi prima della preghiera mariana. Al termine di quest’ultima, il Pontefice ha poi rivolto il suo sguardo alla Siria, dove in questo momento, un nuovo conflitto, sta insanguinando le sue strade, seminando terrore e morte.
La Trasfigurazione
Sei giorni prima della sua morte, Gesù aveva annunciato ai suoi discepoli che avrebbe dovuto: “soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere”. Così, Papa Francesco, ha spiegato la Trasfigurazione affermando che quest’ultima: “aiuta i discepoli, e anche noi, a capire che la passione di Cristo è un mistero di sofferenza, ma è soprattutto un dono di amore infinito da parte di Gesù”. La Trasfigurazione dunque, aiuta a meglio comprendere cosa è la Resurrezione. Per tal motivo è necessario sapere in anticipo che: “Colui che soffre e che è glorificato non è solamente un uomo, ma è il Figlio di Dio, che con il suo amore fedele fino alla morte ci ha salvati”.
Il Tabor
Stando ai vangeli, Gesù si trasfigurò sopra un monte. La figura del monte è necessaria per capire quella che è la salita con Gesù, sostare e pregare con lui: “farsi più attenti alla voce di Dio e lasciarsi avvolgere e trasformare dallo Spirito. È l’esperienza della contemplazione e della preghiera, da vivere non per evadere dalla durezza del quotidiano, ma per godere la familiarità con Dio, per poi riprendere con rinnovato vigore il cammino faticoso della croce, che porta alla risurrezione”.
Dopo l’Angelus
Al termine della preghiera, Papa Francesco ha salutato i fedeli convenuti in Piazza San Pietro. Ma
il momento più importante è stato quando il Pontefice ha rivolto il suo sguardo alla Siria. In questo momento infatti in quella terra: “la guerra è riesplosa, specialmente nel Ghouta orientale”. Il mese di febbraio afferma Papa Francesco: “è stato uno dei più violenti in sette anni di conflitto: centinaia, migliaia di vittime civili, bambini, donne, anziani; sono stati colpiti gli ospedali; la gente non può procurarsi da mangiare… Tutto questo è disumano”. Infine, il Pontefice ha rivolto un appello, chiedendo che: “cessi subito la violenza, sia dato accesso agli aiuti umanitari – cibo e medicine – e siano evacuati i feriti e i malati”.