Alps, di Yorgos Lanthimos al cinema: Trama
Esce in sala Alps, film inedito di Yorgos Lanthimos.
Tutti ormai conoscono Yorgos Lanthimos, l’iniziatore di quella che è stata definita la Nouvelle Vague greca, proseguita poi da Athina Rachel Tsangari (Attenberg) e Alexandros Avranas (Miss Violence). E questo grazie al successo del suo primo film in lingua inglese: The Lobster, prix du Jury al Festival di Cannes 2015 con Colin Farrell e Rachel Weisz.
Forse qualcuno conosce addirittura Kynodontas, il lungometraggio che ha lanciato il regista grazie anche ad una nomination agli Oscar. Ma forse non tutti conoscono Alps, film presentato a Venezia 2011 che vinse il Premio Osella per la migliore sceneggiatura.
Una ginnasta, il suo allenatore, un’infermiera e un paramedico. Questi sono i quattro Alps del titolo, una équipe molto speciale con un compito particolare: gli Alps (così chiamati perché hanno i nomi in codice di alcune vette delle Alpi Pennine), infatti, dietro lauto compenso, rimpiazzano i defunti presso le famiglie in lutto, allo scopo di non farne sentire l’assenza, ripetendo le stesse azioni e abitudini quotidiani, rinsaldando i legami con amici e parenti.
Il dolore della scomparsa viene quindi rimpiazzato con l’assenza dei sentimenti.
Sì perché gli Alps, per quanto siano in grado di emulare qualsiasi azione dei defunti, non possono ovviamente emularne l’autenticità dei sentimenti. Tutto sembra funzionare obbedendo ad una rigida schematicità. Quando Monte Rosa (Angeliki Papoulia) si immedesima così tanto nel suo ruolo, finendo per perdere la sua identità, per non distinguere più, qualcosa si rompe.
Come Kynodontas, anche questo è un film di interni, interni stretti e claustrofobici, scanditi in ritmi lenti che sembrano anticipare già The Lobster. Lanthimos esplora i sentimenti umani da un punto di vista lucido e soggettivo, filtrando la narrazione attraverso le esperienze dei quattro Alps del film.