Nel 1931 nasceva James Dean, l’attore ribelle che fa ancora (s)parlare di sé.
Quando l’icona del ribelle morì all’età di 24 anni, a causa di un terribile incidente avvenuto con la sua Porsche mentre guidava verso la California, il suo pubblico a fatica riuscì a credere alla notizia.
James Dean fu un esempio per gli adolescenti di molte generazioni: dall’abbigliamento (jeans a sigaretta, t-shirt bianca, stivali e giubbotto di pelle) agli atteggiamenti (sigaretta e sguardo intenso). La sua carriera iniziò con uno spot della Pepsi-Cola e un ruolo nel gioco televisivo Beat the Clock, ma la strada per Hollywood era ancora lontana e decise così di trasferirsi a New York come attore di teatro per poi partecipare a programmi televisivi. Sono molti i film ai quali prese parte come attore di minor rilievo, ma è nel 1955 che arrivò la svolta: fu candidato al Premio Oscar con il ruolo di protagonista ne “La valle dell’Eden”, al quale seguirono “Gioventù bruciata”, film nel quale interpreta “il ribelle senza una causa” e l’ultima pellicola in cui appare, “Il Gigante”.
Bello e affascinante amato dalle donne e non solo: nei libri “James Dean: Little Boy Lost” di Joe Hyams e “Boulevard of Broken Dreams” di Paul Alexander, Dean venne definito come bisessuale. Parlare o meglio sparlare della vita di un noto attore morto troppo presto per parlare o semplicemente “troppo presto”, è consuetudine di coloro che cercano un pò di notorietà. Il 24 aprile 2016 Darwin Porter e Danforth Principe in “Tomorrow never comes”, scrissero sulla presunta relazione di James Dean e Marlon Brando iniziata nel 1949 (non nel ’54 come scritto nella biografia del giovane attore) e durata fino alla morte di Dean.
Nessuno probabilmente saprà mai la verità, al di fuori di colui che avrebbe potuto regalare molti altri film, se soltanto non avesse guidato quella maledetta sera del 30 settembre 1955. Di una cosa si può essere certi: gli amanti del cinema non lo dimenticheranno!
