A casa tutti bene: Trama e Recensione
La firma di Muccino l’avevo già notata dal trailer e nonostante non sia una sua accanita estimatrice, l’ammirazione per molti membri del cast di A casa tutti bene mi ha spronato fino a portarmi al cinema.
A distanza di alcuni giorni dalla visione non so ancora se effettivamente mi abbia fatto bene o no. Penso che il regista volesse scuotere gli animi – ed un po’ c’è riuscito – dimostrando che ognuno ha i propri scheletri nell’armadio – ma chi non li ha? – e portare la maschera del sorriso per qualche ora non basta a redimere una vita di diatribe famigliari. Dall’altro punto di vista, le domande sono molte, perché nel voler concentrarsi nel dar dare uno schiaffo a tante realtà famigliari, il background e la storia risultano un po’ accantonati e scarni con tanto anche di personaggi inespressi.
Trama
Il tutto ruota attorno alle nozze d’oro di Alba e Pietro ed alla festa che questi hanno organizzato sull’Isola di Ischia, dove vivono, invitando figli, nipoti, qualche parente e qualche ex. Nonostante dolori, dissapori, poche gioie, che non lo fai un piacere ai due anziani innamorati? Questione di qualche ora e ognuno a casa propria. Il tempo però è tiranno e decide che una mareggiata è la giusta questione di karma da servire. La pioggia incessante blocca la navigazione dei traghetti e tiene tutti a casa di mamma e papà: una sorta di ritorno all’infanzia, non fosse per la tensione che già inizia ad avvertirsi. “Ho un appuntamento di lavoro a Parigi.” “Dov’è la mamma?” “Hai parlato con tuo zio?” e via discorrendo, ma vuoi non alleggerire quest’aria pesante con qualche canzone al pianoforte? La prima volta funziona, la seconda anche, la terza non proprio: il troppo stroppia, amore e affetti barcollano ed il personaggio di borgata di Giulia Michelini sputa nel piatto della famiglia da bene portando a galla tutte le cosiddette “magagne”.
Recensione
Oltre all’interpretazione magistrale della Michelini, tanto di cappello a Claudia Gerini e Massimo Ghini, che hanno portato a galla le difficoltà di una coppia che deve affrontare una malattia degenerativa; a Pierfrancesco Favino, che deve fronteggiare due estremi: quello della ex moglie, pacata e ancora benvoluta dalla famiglia, e quello dell’attuale, troppo possessiva ed ossessiva. Scadente invece la relazione tra i personaggi di Accorsi e della Cucci, due cugini che si rincontrano dopo anni, lui scrittore ed eterno Peter Pan con un figlio lontano, lei con un marito assente ed una figlia al seguito. L’uno il primo bacio dell’altra e dopo tutto il tempo trascorso lontano, basta uno sguardo e si è subito persi. Tra loro appare tutto un po’ troppo smielato, irrazionale ed orgasmatico, e sottolineerei quest’ultima parte dato che il personaggio di lei pare avere un amplesso ad ogni parola rivolta a quello di Stefano – questione capibile data la figura di Accorsi però, insomma, un po’ di contegno! –
A casa tutti bene. Alziamo un muro tra noi per stare tutti bene qualche ora senza però troppo resistere: ecco, potrebbe essere una corretta sintesi della situazione e della pellicola stessa. Parenti serpenti. Questioni scomode. Ma, effettivamente, perché si è arrivati a tanto? Per cosa? Chi è chi e perché ce l’ha con chi? Una famiglia e le sue incomprensioni, discordia, amore, problematiche, ma ce ne era davvero bisogno?