25 Aprile Festa della Liberazione: Storia e Significato
Il 25 aprile di 72 anni fa l’Italia settentrionale veniva liberata dalla dittatura fascista e dall’occupazione dei nazisti. La storia della festa della liberazione inizia il 25 aprile del 1945: alle 8 del mattino è stata proclamata l’insurrezione nei territori in mano ai nazifascisti da parte del il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), comando con sede a Milano e presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani. Venne così ordinato ai partigiani stanziati nel Nord Italia di attaccare i presidi fascisti e nazisti imponendo loro la resa, mentre gli Alleati risalivano la Penisola.
Il significato della festa del 25 aprile
Grazie al movimento di Liberazione, i cittadini ponevano fine a vent’anni di dittatura e a cinque anni di guerra che avevano messo in ginocchio l’Italia. Il 25 aprile, simbolicamente, rappresenta di fatto il culmine della fase militare della Resistenza e, poi, della nascita della Repubblica Italiana e della stesura definitiva della Costituzione. «Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.
Perché si festeggia il 25 aprile?
L’istituzione del 25 aprile come festa della liberazione si deve ad Alcide De Gasperi. Fu l’allora presidente del Consiglio a proporre al principe e luogotenente del Regno d’Italia Umberto II l’emanazione di una legge volta a celebrare “la totale liberazione del territorio italiano”. Proposta che venne accolta e da allora “il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”. La ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi, ma solo il 27 maggio 1949, con la legge 260 (“Disposizioni in materia di ricorrenze festive”), è stata istituzionalizzata stabilmente quale festa nazionale.