Attentato a Nāṣiriya 12 novembre 2003: anniversario
Accadeva il 12 novembre 2003, il primo di una serie di attentati a Nāṣiriya. Alle 10:40 ora locale, un camion cisterna, pieno di esplosivo, scoppiò davanti l’ingresso della base MSU italiana dei Carabinieri. Le conseguenze furono disastrose, l’esplosione estesa fino al deposito munizioni della base portò alla morte di diversi uomini tra Carabinieri, militari e civili.
Nella disgrazia, il merito di aver “contenuto”, almeno in parte, i danni è del carabiniere Andrea Filippa. Lo stesso, di guardia all’ingresso della base, riuscì ad uccidere i due attentatori suicidi. Il camion non esplose all’interno della caserma ma sul cancello di entrata.
I primi soccorsi furono prestati dai Carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo.Nell’esplosione rimase coinvolta anche la troupe del regista regista Stefano Rolla.
Per non dimenticare
La storia ci insegna che, in ogni guerra, fin dall’inizio dei tempi non ci sono stati né vincitori né vinti, ma solo perdenti. L’unica cosa da stabilire è chi ha perso di più. Morte e distruzione sono le uniche conseguenze. Così è sempre stato e sempre sarà.
Oggi come all’ora, soldati combattono guerre che portano inevitabilmente alla morte di uomini. Uomini, come noi, niente di meno, niente di più. Uomini che si sono arrogati il diritto di scegliere chi vive e chi muore, che tolgono la vita. Soldati spesso solo pedine di chi, “alla luce” propaganda la pace e “al buio” organizza la guerra. Soldati che combattono per la pace. Che contraddizione, fare la guerra per avere la pace! Guerra che porta con se discriminazione, violenza e morte.
Forse la storia non ci ha insegnato nulla
L’elenco delle vittime della strage di Nassiriya conta 12 carabinieri, 5 soldati e 2 civili. Vittime che non vanno dimenticate, un monito per il futuro. Uomini che hanno lasciato un piccolo mondo. Ogni uomo ha dentro di sé un mondo che con lui scompare. Figli senza padri, madri senza figli. Tutto nella folle logica della guerra, insita nella natura stessa dell’umanità. Umanità che se mai imparerà a vivere senza guerra non riconoscerà più la sua stessa natura.
Altre 58 persone rimasero ferite. Una strage, tra le più tristi della storia moderna.
Pietro Petrucci,22 anni; Domenico Intravaia, 46 anni; Orazio Majorana, 29 anni; Giuseppe Coletta, 38 anni; Giovanni Cavallaro, 47 anni; Alfio Ragazzi, 39 anni; Ivan Ghitti, 30 anni; Daniele Ghione, 30 anni; Enzo Fregosi, 56 anni; Alfonso Trincone, 44 anni; Massimiliano Bruno,40 anni; Andrea Filippa, 33 anni; Filippo Merlino, 40 anni; Massimo Ficuciello, 35 anni; Silvio Olla, 32 anni; Emanuele Ferraro, 28 anni; Alessandro Carrisi, 23 anni. Le vittime civili: Stefano Rolla, 65 anni e Marco Beci, 43 anni.
A commemorarli un’enorme folla di cittadini
I funerali di Stato degli italiani morti durante l’attentato si tennero a Roma, il 18 novembre 2003.
Raccolti attorno a questi eroi, morti prestando aiuto alla popolazione e addestrando la nuova polizia locale, oltre alle famiglie e alle più alte cariche dello Stato, si riunì anche una enorme folla di cittadini.